Ritornati a Puerto Natales, dopo 6 giorni di scarpinate con
pasti cotti sul fornelletto e fredde notti in tenda, desiderosi di una doccia, di un buon
ristorante e di un letto, causa incapacità organizzativa del nostro capogruppo (fornito
da Avventure del Mondo), siamo stati costretti a salire su un autobus (avendo già pagato
la pensione che abbandonavamo) che in 4 ore ci ha portato a Punta Arenas (estremo sud del
Cile) dove abbiamo mangiato un mezzo pasto caldo a mezzanotte, dormito 4/5 ore e poi
proseguito il viaggio per altre 12 ore filate (prima sull'ennesimo autobus che ci ha
traghettato oltre lo Stretto di Magellano e fatto oltrepassare la frontiera
Cile-Argentina, e poi su pulmini 9 posti carichi all'inverosimile) fino ad Ushuaia. Tre
giorni e mezzo qui sono troppi, pur avendoli occupati visitando a più riprese la non
gigantesca cittadina, l'Hacienda Alberton (scozzese, una delle prime ad essere create) e
la vicina pinguinera, i leoni marini con motonave nel canale di Beagle e il Parco
Nazionale Terra del Fuoco.
Panoramica di
Ushuaia e del suo porto, affacciati sul canale di Beagle
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Cormorani
vicino all'Hacienda Halberton
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La Pinguinera
Halberton
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Bahia la
Pataia, tratto finale della strada che unisce all'Alaska (dopo 17.848 km)
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Leoni marini
nel canale di Beagle
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Murales sul
muro del municipio, a ricordo delle popolazioni fuegine sterminate dall'uomo bianco
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Murales sul
muro del municipio, a ricordo dei prigionieri della colonia penale di Ushuaia
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