VIE FERRATE |
ovvero come arrampicarsi senza doversi trasformare (completamente) in alpinisti |
Sono dette anche vie attrezzate e rappresentano il passaggio intermedio tra l'escursione alpina e la scalata.
Tecnicamente parlando occorre introdurre il discorso dei gradi di difficoltà, sia escursionistici che alpinistici.
La classificazione delle difficoltà, non applicata meccanicamente ai singoli passaggi (di I°, III° o IIV° grado che siano), ma bensì all'insieme presentato dall'intero percorso, si rivela esaustiva, poichè nella pratica è incontestabile che alcuni sentieri alpini la cui percorrenza non richiede l'uso delle attrezzature generalmente necessarie per affrontare una via ferrata (casco, cordino, imbrago, moschettoni, dissipatore) sono molto più difficili e pericolosi di alcune tratti ferrati, anche se percorsi privi di attrezzatura specifica.
E' difatti molto più semplice e rassicurante salire o scendere brevi tratti attrezzati con scalette metalliche o con cordini metallici a parete, anche solo tenendovisi per mano, piuttosto che percorrere determinati (e neanche pochi) sentieri di medio-alta quota, esposti o su cengia o su crinale, dove l'assenza di vertigini ed il passo estremamente sicuro possono fare la differenza, tra la tranquillità (sempre relativa) ed il rischio elevato di incidenti.
Per ogni ulteriore esigenza di approfondimento (molto probabili per i neofiti, tenuto conto dell'eccessiva sinteticità con cui ho affrontato l'argomento) rimando al sito della Sezione di Sassuolo del Club Alpino Italiano.
N° 1 casco da montagna (non da mountain-bike o da motociclismo), utile per salvarsi la testa dalle botte contro le pareti (e gli spigoli) e soprattutto dai sassi fino ad una certa dimensione che possono cadere dall'alto. Se cade un macigno non ne viene assicurato il funzionamento...., anche perchè, per usare una metafora, col casco più duro del mondo si diventerebbe come Willy il Coyote dopo l'ennesimo tentativo fallito di acchiappare Beep-Beep (due piedi che escono da sotto il casco, il tutto alto 20 cm);
N° 1 imbrago (o imbragatura) con attacco ventrale oppure alto (leggermente migliore): lo si indossa all'inizio della parte attrezzata, chiudendo l'attacco con un cordino ben annodato (non con un bel fiocco ma con un nodo apposito), oppure con un moschettone (più un cordino più piccolo per sicurezza);
N° 1-2 moschettoni con chiusura a molla, ad alta od elevata resistenza allo strappo (meglio 2500 Kg);
N° 1-2 cordini lunghi 1 metro - 1 metro e 1/2 (a seconda dell'altezza delle persone e del tipo di attacco, ventrale oppure alto);
N° 1 dissipatore di metallo, utilizzato per disperdere l'energia che si sprigiona nell'eventualità di una caduta.
Uso dell'attrezzatura: all'attacco dell'imbrago vengono agganciati uno o più spesso (consigliato) due cordini lunghi fino alla mano estesa, cui viene fissato un moschettone ciascuno (in pratica uno per ciascuna mano). Procedendo nella via attrezzata si rimarrà attaccati tramite uno dei moschettoni al cavo di scorrimento lungo la parete del sentiero oppure di fianco alla scaletta metallica, sia in salita che in discesa. Allorquando, ogni 3-5 metri in media, si incontrerà una delle grandi viti di fissaggio della corda metallica a parete, si aggancerà il secondo moschettone dopo la vite nella direzione di marcia e successivamente si sgancerà il primo moschettone, arrivato a fine corsa contro la vite stessa. Nel malaugurato (e molto raro) caso di una scivolata o caduta, il moschettone scivolerà verso il basso lungo il cavo di scorrimento fermandosi di colpo contro la prima vite di fissaggio dello stesso che incontrerà obbedendo alla legge di gravità. In quel momento entrerà in funzione il dissipatore che, in omaggio al suo nome, provvederà a distribuire l'energia facendo scorrere per alcuni centimetri il cordino che (tramite il moschettone) da un lato vi lega al cavo di scorrimento e dall'altro è agganciato all'imbrago, e quindi a voi. Questo diminuirà accettabilmente il colpo di frusta conseguente alla caduta ed al successivo e subitaneo arresto.
3) LE MIE VIE FERRATE Slideshow Avendo avuto per 25 anni un appartamento in val di Sole (a Monclassico, tra Malè e Dimaro), la valle che dalla val di Non porta al passo del Tonale, confine occidentale del Trentino con la Lombardia, la maggior parte delle mie ferrate sono quelle del bellissimo gruppo di Brenta (Costanzi, Vidi, Palete, Benini, Orsi, Bocchette Centrali, Bocchette Alte, Brentari, Martinazzi, SOSAT, Ideale, Castiglioni), oltre ad alcune altre del Trentino (Brigata Tridentina a passo Gardena, dei Finanzieri sul Colac, della Tofana di Rozes a passo Falzarego), del Friuli (Ceria-Merlone) e dell'Emilia-Romagna (degli Alpini alla Pietra di Bismantova). |
GRUPPO DI BRENTA
(appena potrò la descrizione dei percorsi corredata da immagini esplicative e consigli):
Via Ferrata Vidi
Via Ferrata Costanzi
Via Ferrata Palete
Via Ferrata Benini
Via Ferrata Orsi
Via Ferrata delle Bocchette Centrali
Via Ferrata delle Bocchette Alte
Via Ferrata Brentari
Via Ferrata Martinazzi
Via Ferrata SOSAT
Via Ferrata dell'IDEALE
Via Ferrata CASTIGLIONI
ALTRE VIE FERRATE
Via Ferrata Brigata Tridentina
Via Ferrata dei Finanzieri sul Colac
Via Ferrata della Tofana di Rozes, gruppo delle Tofane
Via Ferrata degli Alpini alla Pietra di Bismantova
Sentiero attrezzato Ceria-Merlone